desüèto agg. [dal lat. desuetus], letter. – 1. Non più abituato a qualche cosa; 2. Non più in uso, uscito dall’uso
Con questa motivazione il Centrodestra in Regione Piemonte a fine febbraio predisponeva la soppressione della disposizione che qualifica il CSI Consorzio informatico quale ente di diritto pubblico.
Per l’ennesima volta, qualcuno vorrebbe sfondare il portone del Consorzio che gestisce le piattaforme informatiche e i dati degli enti pubblici della regione per consentire ad aziende private di entrare.
E noi, nuovamente, come già accaduto in questi anno abbiamo il dovere di riflettere e agire.
Cominciando a porci alcune domande.
E’ desueto riconoscere il valore pubblico di una PA che si coordina tra i suoi vari livelli, che fa cose insieme perché si riconosce portatrice di finalità e progettualità condivise, che si fa sistema sia sul piano alto degli indirizzi e della programmazione, sia su quello operativo della realizzazione?
E’ desueto intendere la PA come soggetto unitario e plurale?
E’ desueto difendere un soggetto pubblico che può operare fuori da considerazioni di profitto e pertanto può produrre servizi anche laddove non ci sia (ancora o stabilmente) un mercato sufficientemente sviluppato da garantire la sostenibilità economica?
E’ desueto avere questa preoccupazione in un territorio come quello piemontese, caratterizzato dalla presenza di ampie aree montane fortemente svantaggiate sia sul piano infrastrutturale che su quello della capacità economica, oltre che da un’estrema frammentazione della presenza istituzionale (1200 Comuni!), che riduce quasi a zero le capacità di spesa (perfino se aggregata) di gran parte dei nostri Ent?.
E’ desueto pretendere che il CSI continui ad essere precursore sui temi della trasparenza, dell’open government e degli open data?
E’ desueto affermare che il DATO gestito dal CSI è un bene pubblico e in quanto tale deve essere gestito con elementi di garanzia pubblica?
Se il CentroDestra trova desueto tutto cio’, NOI NO.
E anche questa volta indosseremo l’elmetto per evitare che qualcuno provi a sfondare il portone.
.
2 Responses
Bravo Enzo. Ben scritto!
Caro Enzo, sono totalmente d’accordo. All’inizio degli anni ’60 si decise la nazionalizzazione dell’industria elettrica poiché i privati non avevano interesse a estendere la rete nelle campagne e nelle vallate. Fu una scelta di innovazione, sviluppo e modernizzazione del Paese. Non solo i dati ma il segnale devono diventare, per legge, bene comune: i gestori del segnale possono anche essere dei privati (non quelli dei dati) ma in un progetto pianificato, e coordinato dal pubblico per consentire un salto qualitativo e quantitativo della cosiddetta agenda digitale: siamo in coda in Europa. Il COVID ci ha costretti a uno scatto in avanti: va esteso e consolidato. Sistema Piemonte sanità non è integrato, ogni ASL ha un suo software, il CSI sta faticando ad interfacciare. Il M. Vittoria mi ha prescritto una RM, primo posto libero per rispettare i tempi, ospedale di Pinerolo: ho dovuto ritirare l’esito “fisicamente” poiché le ASL non sono più interconnesse. Buon lavoro.