Oggi in Commissione Consiliare si è svolta l’audizione delle lavoratrici impiegate nella refezione scolastica e delle rispettive organizzazioni sindacali, incontro che avevo già richiesto di calendarizzare nel mese di ottobre.
L’occasione è stata utile per ribadire all’amministrazione comunale, ed in particolare all’assessore Patti, le molteplici criticità derivanti dalla novità introdotta dal c.d. “diritto al panino” sancito con sentenza ed in attesa del pronunciamento definitivo della Cassazione.
Ne è emerso un quadro preoccupante. Molti bambini che si avvalgono del diritto di portarsi il pasto da casa, tendono a voler stare insieme ai loro compagni che mangiano il pasto della mensa e viceversa; a voler mangiare lo stesso cibo, e sono invece costretti ad occupare spazi distinti e separati e a consumare pasti molto differenti. Risulta difficile, se non impossibile, spiegare loro la differenza di trattamento e giustificare il divieto di scambiarsi cibo o di offrirlo al compagno.
Siamo in presenza, di fatto, di una vera e propria separazione dei locali adibiti al consumo dei pasti: da una parte vengono garantiti i livelli essenziali di sanificazione, di mantenimento delle temperature ideali dei cibi e di alimentazione equilibrata; mentre dall’altra l’esatto opposto. Anche a fronte del fatto che la pulizia degli spazi è affidata agli operatori scolastici che, stante l’aggiunta del carico di lavoro, rischiano di pulire male ed in modo approssimativo, tralasciando magari la rimozione di ragnatele e briciole per terra, nonché la pulizia dei tavoli unti.
Per quanto riguarda la gestione e la pulizia dei nuovi spazi individuati, ho ribadito con forza l’esigenza di disciplinare con maggiore dettaglio le competenze e le responsabilità che, al momento, risultano confuse.
Ho manifestato pertanto forte preoccupazione circa le condizioni lavorative delle addette alla refezione e ho deciso di presentare un atto di indirizzo che inviti la Giunta a ripensare il sistema di gestione e di costo del servizio, anche al fine di garantire la massima tutela delle lavoratrici impiegate nel servizio di ristorazione scolastica torinese.
Enzo Lavolta
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