Concedere la possibilità di aprire negozi, centri commerciali in Città il prossimo primo maggio ha suscitato un dibattito che rischia di essere sterile, soprattutto agli occhi di una generazione, la mia, cresciuta nel precariato e che nel settore del commercio in modo particolare è caratterizzato da una forte presenza femminile ed anche per questo meritevole di maggior attenzione.
Il 1° Maggio evoca l’impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale da parte dei lavoratori; nessuno di questi traguardi è stato raggiunto senza una interlocuzione tra la politica e le rappresentanze sociali.
Come già avvenuto nel 2007, purtroppo il primo maggio è per me l’occasione per denunciare a Torino una sperimentazione relativa alle aperture domenicali e festive non concertata e non basata su un’analisi dei dati, che così mortifica esercenti e lavoratori a differenza di altre Città Turistiche che hanno avuto la capacità di definire intese territoriali.
Sarebbe utile che questo dibattito diventasse l’opportunità per definire un patto con le associazioni dei commercianti.
Un patto capace di offrire risposte adeguate a tutti i soggetti sociali chiamati a sostenere l’economia del nostro territorio:
–ai commercianti, garantendo la necessaria flessibilità dell’orario commerciale per meglio rispondere alle esigenze della clientela e, in un periodo di crisi di consumi, come quello che stiamo vivendo, garantirne i livelli di fatturato.
–ai turisti che oggi rappresentano un significativo volano di sviluppo per la Città la cui attrattività deriva principalmente dalla straordinaria offerta culturale che la caratterizza.
–ai lavoratori dipendenti e titolari delle attività commerciali garantendo loro in termini inderogabili il diritto di festeggiare, chiudendo l’attività il giorno del 1 maggio anche quando coincide con eventi straordinari come accade quest’anno.
Per fare tutto ciò è necessario riproporre una politica capace di definire regole chiare ,di riconoscere consapevolmente le rappresentanze, le loro esigenze e che sia forte nel definire le priorità valoriali della comunità che rappresenta.
Io il prossimo 1° maggio andrò in piazza con i lavoratori e i commercianti.
Enzo Lavolta
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