Oggi, lunedì 10 novembre 2014 presso il Centro Ricerche SMAT, Hera, Smat ed Iren presentano insieme i nuovi progetti di ricerca applicata per sviluppare innovazione tecnologica e qualità del servizio idrico.

La regia unificata dei tre centri di ricerca HERA, IREN e SMAT iniziata l’8 aprile sta dimostrando la sua validità con la realizzazione dei nuovi progetti di ricerca applicata.
In sede di conferenza stampa, sarà illustrata l’attività svolta e verranno presentati i 9 progetti relativi a sofisticate tecniche di controllo e monitoraggio delle acque e ai sistemi innovativi di processo nel campo della potabilizzazione e depurazione delle acque.

I nuovi progetti hanno come comune denominatore lo sviluppo industriale di tecniche e di sistemi per ottimizzare l’efficienza di reti e impianti, riducendone i costi gestionali, e per affinare i trattamenti e i sistemi di controllo della risorsa idrica distribuita. Si concentreranno sulla messa a punto di sofisticate tecniche di controllo on line e sul monitoraggio delle acque. In particolare, si studieranno sistemi innovativi per ridurre l’impatto ambientale della potabilizzazione e depurazione delle acque reflue, modalità smart per la disinfezione nella distribuzione (con dosaggio controllato e allerte nel caso di contaminazioni), sistemi di analisi in tempo reale della qualità dell’acqua su dispositivi mobili e metodi statistici per l’elaborazione del fabbisogno idrico. Altro interessante filone è quello dello studio ed elaborazione dei dati che arrivano ai centri di telecontrollo reti e impianti: permetteranno di migliorare le analisi predittive su eventuali anomalie e i piani di manutenzione programmata.
Per la realizzazione dei 9 progetti verranno effettuati investimenti per oltre 1,2 milioni di euro e saranno impiegati 21 ricercatori per i prossimi 2 anni. Con l’applicazione a regime dei risultati della ricerca il ritorno economico, valutato in un arco temporale di 5 anni, è di 4,8 milioni di euro.

Molé (Hera): “L’innovazione al servizio dei cittadini”
“Questa partnership ci rende orgogliosi, perché ci fa fare un altro passo avanti: uniamo risorse e know-how tra soggetti che si sforzano ogni giorno di garantire servizi essenziali come quello idrico – ha dichiarato Salvatore Molé, Direttore Centrale Innovazione del Gruppo Hera – Essere in grado di migliorarsi e garantire le migliori tecnologie disponibili, scommettendo sulla ricerca, è quello su cui Hera punta fin dalla sua nascita. Ogni anno investiamo nel ciclo idrico 100 milioni di euro e ci siamo organizzati internamente con una struttura dedicata proprio all’innovazione, che è diventata un fattore chiave del nostro lavoro. Questo perché depurazione, distribuzione e potabilizzazione sono attività spesso svolte “dietro le quinte”, ma che sono vitali per i cittadini e il territorio”.

Profumo (IREN) “Utilizzare al meglio le risorse che abbiamo”
“Nei prossimi 30 anni si prevedono 60-65 miliardi di investimenti per il settore idrico: ciò sta a significare che è necessario impegnarsi in attività mirate per non disperdere le risorse economiche a disposizione – ha spiegato il Presidente Iren Francesco Profumo – Al riguardo cito HORIZON 2020, il programma europeo per la Ricerca e l’Innovazione che supporterà i progetti di ricerca di base e applicata finalizzata a creare innovazione, sviluppo sociale ed economico nell’arco temporale 2014-2020. Le collaborazioni che le nostre Aziende stringono con le Università ed Enti di ricerca sono dunque un importante strumento attraverso il quale sviluppare competenze con ricadute economiche sul territorio”.

Romano (SMAT) “La ricerca applicata per migliorare la qualità del servizio idrico e lo sviluppo di un’industria nazionale dell’acqua”.
“Il punto di forza di questo Accordo è insito nelle finalità e nelle modalità con cui verrà sviluppata la ricerca condotta a regia congiunta. Attraverso l’attivazione di gruppi interdisciplinari sono state individuate le aree di ricerca applicata ad alta innovazione, sulle quali lavorare in modo condiviso . ha detto l’Amministratore Delegato Smat Paolo Romano – In sei mesi sono stati selezionati i 9 progetti che rispondessero al conseguimento di una migliore qualità del servizio e che avessero una ricaduta industriale. Quindi sono stati definiti ruoli, attività e costi. L’onere complessivo ammonta a 2,8 milioni di euro compreso il costo di 21 ricercatori ed è previsto per i primi 5 anni di sfruttamento a regime delle ricerche un rientro di 4,9 milioni di euro. Questo significa dare occupazione, migliorare la qualità del servizio e far crescere l’industria italiana a sostegno dei gestori del servizio idrico, con un risultato economico positivo per le 3 Aziende”.

La Repubblica- L’ULTIMA SFIDA DEI RICERCATORI SMAT_L’ACQUA AUTOPULENTE

La Stampa-PATTO A TRE PER MIGLIORARE LA QUALITA’ DELL’ACQUA

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