Lettera dei giovani torinesi

Il nuovo millennio pone di fronte a noi sfide con le quali mai la sinistra italiana si è confrontata che, per essere vinte, hanno bisogno di nuove alleanze e di nuove forme di azione politica. Dobbiamo rilanciare l’idea di un governo multilaterale del mondo, valorizzando e rafforzando il ruolo delle organizzazioni internazionali, nella convinzione che il terrorismo vada combattuto con più politica e più cittadinanza e senza limitare le libertà individuali. Dobbiamo lottare dentro e fuori le istituzioni per rilanciare il processo di integrazione europea, da troppo tempo stagnante. Solo con un’U.E. politicamente forte e istituzionalmente unita possiamo “esportare” la democrazia senza un proiettile. Dobbiamo dare nuovo slancio all’Idea di Europa, che trova legittimità dall’essere nata dall’orrore delle guerre mondiali e dell’Olocausto. La fase dell’integrazione economica che vede collaborare stati prima nemici e che trova massima espressione nella moneta unica deve ora essere seguita da quella politica. L’Unione Europea deve diventare un vero e proprio soggetto politico con reale capacità di azione sulla scena interna e internazionale.Conditio sine qua non al raggiungimento di tale obiettivo è l’adozione del Trattato che Istituisce una Costituzione per l’Europa. Dobbiamo vivere il processo di globalizzazione come capace di estendere non solo il mercato, ma anche, e soprattutto, i diritti. Il capitalismo ha tuttora bisogno di regole, ma oggi il compito dei governi è quello di favorire un miglior funzionamento dei mercati e di estenderli alle economie emergenti di India Cina e Sudamerica. È in questo senso che vanno letti i processi di liberalizzazione, cioè come volti a sconfiggere l’attuale compartimentazione del mercato del lavoro e le chiusure corporative ancora largamente diffuse. La nostra generazione vive ai margini del mondo del lavoro, senza un welfare compatibile con la flessibilità e senza un sistema selezione davvero meritocratico.Essere più forti, vuol dire rappresentare meglio i lavoratori. Dobbiamo affrontare il problema ambientale a partire dalla riduzione degli sprechi e dallo sviluppo delle energie sostenibili e rinnovabili, nella consapevolezza che la riduzione delle emissioni di gas serra è un’urgenza alla quale devono far seguito azioni concrete e tempestive. “La Terra è l’unica casa che abbiamo, dobbiamo mantenere la giusta prospettiva e avere ben chiaro qual è la posta in gioco” ha sottolineato l’ex vicepresidente democratico U.S.A. Al Gore. Serve, quindi, una presa di coscienza dei rischi cui si sta andando incontro. Serve farlo ora, però! Dobbiamo promuovere lo sviluppo di nuove reti transfrontaliere in grado di ridurre i costi per lo spostamento delle persone e delle merci in modo da incrementare le opportunità di studio e di lavoro per tutti i cittadini d’Europa e del mondo.Dobbiamo rivendicare il ruolo primario del sapere all’interno della società, dai nidi fino all’università, sostenendo il ruolo prioritario dello Stato, valorizzando le autonomie decisionali territoriali e gli investimenti, i quali devono coprire i costi del diritto allo studio e soddisfare i bisogni primari della Ricerca scientifica italiana. Dobbiamo costruire una nuova stagione della democrazia in Italia. Una democrazia economica fondata sulla trasparenza dei mercati, sulla tutela dei consumatori, sul rispetto della concorrenza, sul dialogo sociale e su un modello industriale che promuova la partecipazione dei lavoratori nell’impresa e nell’economia, come avviene in Germania, dove la promozione dello sviluppo economico sostenibile si accompagni sempre alla coesione sociale. Dobbiamo tenere ben saldi i principi che fondano il modello sociale europeo, garantendo una vera uguaglianza delle opportunità a tutti: l’invecchiamento della popolazione è foriero di gravi squilibri contro i quali bisogna intervenire ora. Il diritto ad una pensione equa e decente riguarda i pensionati di oggi, ma anche quelli di domani. Noi giovani dobbiamo esserne consapevoli e protagonisti. Dobbiamo affermare un nuovo concetto di cittadinanza e democrazia, basata sulla piena applicazione dei diritti costituzionali – il lavoro in primo luogo – sul riconoscimento dei diritti di cittadinanza, sull’universalità del welfare e dei suoi servizi, sull’inclusione e la costruzione di forti relazioni sociali. Dobbiamo fomentare le diversità e includere le minoranze in questa nuova idea di democrazia, includere è il modo per spingere alla partecipazione, per fare sentire ognuno parte di un tutto. Se non vinciamo questa sfida non riusciremo a creare una società capace di integrare positivamente i nuovi cittadini d’Europa. Questa stessa idea di partecipazione deve essere la colonna portante del partito nuovo, di una nuova politica. Se i processi decisionali passano dalle segreterie agli iscritti e dagli iscritti ai cittadini, se a rappresentare i cittadini sono coloro che dai cittadini sono scelti, se viene posto un limite temporale ai mandati, allora si realizza lo stacco generazionale e l’innovazione della politica di cui l’Italia sente il bisogno. Questa nuova forma di organizzazione, più propensa all’ascolto, più diffusa, può aprire a una politica giovane. Una politica giovane, non si occupa solo di lasciare spazio ai giovani nei partiti, ma di dare loro la possibilità di contare come chiunque altro. Una politica giovane permette anche di dare nuova energia ai processi politici. Una nuova visione della politica, che porti a ridiscutere i riti e le posizioni ideologiche dei partiti del 900, è necessaria, ma se sola, non è sufficiente a spiegare e sostenere una svolta così importante. Il Partito Democratico sarà un partito laico, di donne e di uomini, rispettoso della parità di genere, della tutela dell’identità di ogni persona, dell’orientamento sessuale e delle scelte di vita di ciascuno. Un partito di diritti civili, che riconosce uguale valore a fedi e culture diverse. Un partito capace di trattare i temi etici senza pretendere di avere la verità in tasca, guardando ai problemi per quello sono e non attraverso la lente dell’ideologia. La particolarità del nostro contesto politico nazionale, fa del nascente Partito Democratico quella forza capace di creare un nuovo orizzonte europeo. L’orizzonte comune dei riformismi può affrontare i nostri “dobbiamo” con più forza e determinazione perché è un orizzonte in cui cambia la definizione di ciò che è altro. Un orizzonte in cui chi ha percorso strade diverse trova la forza di scriverne insieme nuove perché si riconosce in un progetto politico di più ampio respiro. Chi si riconosce in queste nuove sfide, a prescindere dalle divisioni del ‘900, deve assumersi la responsabilità di costruire quel soggetto riformista capace di guidare l’Italia nell’Europa del Terzo millennio. Ci dicono di essere troppo ambiziosi, di guardare troppo in là. Ne siamo francamente orgogliosi. Vogliamo un partito che sia anche di chi non è mai stato iscritto al PCI, di chi non è mai iscritto al PSI, di chi non è mai stato iscritto alla DC.Rinnovare la politica è rinnovare la società, per questo crediamo in unpartito nuovo.Un partito per noi, giovani generazioni!

Federico Viano, 22 anni, Direttivo Unione DS Druento
Matteo Mereu, 25 anni, direttivo Unione DS San Paolo
Fedra Negri, 20 anni, direttivo Unione DS Nizza-Lingotto
Francesco Piazzolla, 23 anni, Studente
Emanuele Durante, 29 anni, Segretario Unione DS Vanchiglia
Enzo Frammartino, 28 anni, Segretario Unione DS Santa Rita-Mirafiori Nord
Fabio Lamon, 21 anni, Studente
Matteo Francavilla,28 anni, Presidente Commissione Lavoro Consiglio Provinciale di Torino
Malvina Brandajs, 26 anni, Consigliere DS Circoscrizione 1 Torino
Ermanno Torre, 25 anni, direttivo Unione DS Santa Rita-Mirafiori Nord
Santo La Ferlita, 25 anni, Studente
Luca Mastromauro, 25 anni, Consigliere DS Circoscrizione 7 Torino
Cristina Bulgarelli, 32 anni, Direzione Provinciale DS Torino
Giulia Allegra Villani, 24 anni, direttivo Unione DS San Paolo
Enzo Lavolta, 28 anni, Consigliere DS Consiglio Comunale di Torino
Silvia Fregolent, 35 anni, Segretario DS Unione Nizza-Lingotto
Annalisa Ramasso, 29 anni, psicologa
Michele Crispo, 28 anni, analista e sviluppatore software

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