ORDINE DEL GIORNO

Impegno per mantenere gli attuali livelli occupazionali di Telecom Italia
PREMESSO
Che nel corso degli ultimi anni la situazione occupazionale di Telecom Italia a Torino ed in Piemonte si è pesantemente aggravata con la conseguente perdita di migliaia di posti lavoro;
Che già la sede legale di Telecom Italia, che fino al 2002 aveva la propria sede a Torino, è stata trasferita a Milano con un pesante depauperimento dell’occupazione nella nostra Città;
PRESO ATTO
Che nel corso delle ultime settimane Telecom Italia, senza presentare alcun piano industriale, ha comunicato ai Sindacati di categoria un piano di riorganizzazione che prevede un taglio occupazionale di 5000 dipendenti in tutta Italia;
Che di questi 5000 dipendenti in esubero, 483 lavorano nella nostra Regione e di questi ben 366 a Torino;
Che verranno colpiti tutti i settori di Telecom Italia, dai call center ai centri di ricerca,
I sottoscritti Consiglieri
IMPEGNANO
L’Assessore al Lavoro del Comune di Torino a convocare, congiuntamente con i colleghi della Provincia di Torino e della Regione Piemonte, i dirigenti di Telecom Italia ed i sindacati di categoria al fine di monitorare l’attuale situazione;
L’Assessore al Lavoro del Comune di Torinoa sensibilizzare, congiuntamente con i colleghi della Provincia di Torino e della Regione Piemonte, tutti i Parlamentari piemontesi affinché la questione venga messa all’ordine del giorno della Commissione Attività Produttive della Camera e del Senato.
Enzo Lavolta

Di seguito la nota congiunta delle organizzazioni sindacali

Segreterie Territoriali
A DIFESA DELL’OCCUPAZIONE E CERTEZZE SUL FUTURO DEI LAVORATORI TELECOM E AZIENDE ESTERNALIZZATE
La decisione approvata nel Comitato Esecutivo di Telecom Italia del 4/6/2008 di una riduzione dei costi operativi del 40% in tre anni, con un conseguente esubero di personale pari a 5000 dipendenti, è negativa, confusa, contraddittoria. Sbagliata nel merito e nel metodo, quindi da respingere.
La cosa più sorprendente è che essa viene annunciata in assenza di novità sul piano delle scelte industriali in quanto restano ferme quelle individuate a marzo e non suscettibili di aggiornamenti prima del mese di dicembre.
Non ci è parso un buon metodo quello di annunciare nel mese di marzo efficienze per 1,3 miliardi prevalentemente affidate alle sinergie con Telefonica, dichiarare oggi che il lavoro sta continuando e allo stesso tempo “sparare” un obiettivo di esuberi, il maggiore come consistenza dal 2000, rimandando le scelte industriali a fine anno.
Le motivazioni pubbliche di questi obiettivi, fornite dall’Amministratore Delegato, appaiono come una serie di luoghi comuni e di grande debolezza.
Risultano altresì strumentali quando alludono alla necessità di contrapporre riduzione dei costi e rilancio degli investimenti sempre in assenza di scelte industriali che vengono rimandate a dopo. Tali motivazioni sono strumentali anche quando ripropongono l’alternativa tra investimenti affidati all’impresa privata e ruolo dello stato in presenza di una infrastruttura decisiva per lo sviluppo di tutto il paese.
CGIL CISL UIL ritengono che le scelte annunciate contraddicono quanto espresso nel mese di marzo, il che dimostra anche poca consapevolezza del cammino realizzato da Telecom Italia in questi dieci anni sul piano delle efficienze e della innovazione.
CGIL CISL UIL non negano difficoltà e problemi oggettivi quali la riduzione dei prezzi, lo spostamento da vecchi servizi ad alto guadagno a nuovi più ricchi di contenuti ma meno remunerativi. Il sindacato confederale per la cultura di interessi generali di cui è portatore è consapevole che per questo settore si pongono inediti e complessi problemi di mercato, tecnologia, di modelli organizzativi, di assetti azionari, scenari e alleanze internazionali.
Dinanzi a una discussione seria sul piano industriale come sempre non ci tireremo indietro e faremo la nostra parte.
Del tutto insufficiente è stato l’incontro svoltosi il 19 Giugno a Roma, alla presenza dei Segretari Generali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, durante il quale Telecom ha illustrato gli assetti organizzativi che portano a confermare i 5.000 esuberi annunciati; si è avuto riscontro, per la prima volta in una sede ufficiale, di alcune importanti risposte che Telecom ha dato sul versante delle esternalizzazioni.
In particolare, a fronte delle affermazioni aziendali circa la necessità di riduzione dei costi, di efficientamento delle strutture e di rivisitazione del modello organizzativo nell’ottica della centralità del cliente, il Sindacato ha denunciato le notevoli diseconomie e gli sprechi che caratterizzano numerose aree dell’azienda e ha invitato Telecom, in alternativa ad ogni possibile intervento sull’occupazione, ad affrontare nel merito possibili interventi di risparmio, a partire da un confronto specifico su possibili internalizzazioni di personale e di attività, con conseguente riduzione degli appalti esterni, a tutela anche dell’occupazione interna ed ai fini di una valorizzazione delle professionalità: la risposta di Telecom è stata che “non sono al momento previste né re-internalizzazioni né nuove esternalizzazioni di lavoratori”, dichiarando inoltre l’assoluta attenzione aziendale al contenimento dei costi.
Il risultato di tutto ciò è costituito da continui ed inarrestabili processi di mobilità, peggioramenti sul versante salariale e delle condizioni di lavoro, incertezza sul futuro per i lavoratori.
A tutto ciò si aggiunga il fatto che la definizione dei perimetri dei rami d’azienda fatta da Telecom al momento dell’esternalizzazione, ed in ogni caso duramente contestate dal sindacato, continua a mostrare tutti i limiti di una strategia finalizzata esclusivamente alla riduzione dei costi.
A livello territoriale piemontese la preoccupazione sale esponenzialmente grazie ad una riorganizzazione che concentra in Milano la presenza di Direzionale significativa e contemporaneamente impoverisce il territorio di forza lavoro; indebolendo al contempo anche l’unica specificità che ha caratterizzato il Piemonte e Torino negli anni e cioè la RICERCA oggi commercialmente e funzionalmente nota come TILAB.
Dopo lo sciopero nazionale di venerdì 4 luglio c.a articolato in manifestazioni territoriali pensiamo sia indispensabile un coinvolgimento delle istituzioni territoriali piemontesi, dal comune alla regione passando, non per minore importanza, alla provincia affinché sia investita la parte di governo del paese su un problema che mina la risposta di sistema e di infrastrutture di peculiare importanza anche nel nostro territorio.
Disponibili ad un utile quanto mai tempestivo confronto richiamiamo la vostra attenzione.
Le Segreterie Territoriali
SLC-CGIL-FISTel-CISL-UILCOM-UIL

#

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *