Repubblica — 13 gennaio 2009 pagina 7 sezione: TORINO
Hanno posato lo spazzolone e imbracciato plichi di volantini che per tutta la giornata hanno distribuito ai passeggeri che salivano e scendevano dai treni di Porta Nuova. Il messaggio era chiaro: treni sporchi fino a quando Trenitalia «farà le gare d’ appalto al ribasso e non inserirà la clausola sociale prevista dai contratti d’ attività ferroviaria». Una protesta messa in campo a livello nazionale dai dipendenti della «Pietro Mazzone Ambiente», la società che ha l’ appalto del 90 per cento dei lavori di pulizia dei treni e che ieri ha toccato anche la principale stazione torinese. La «Pietro Mazzone» ha ottomila dipendenti in Italia, di cui 450 in Piemonte e 200 a Torino. Il fulcro della mobilitazione era rivendicare la cosiddetta clausola sociale, che nei contratti garantisce il mantenimento dei dipendenti anche nel caso in cui cambi l’ appalto. Immediata la replica di Trenitalia: «In tutte le gare di assegnazione dei servizi di pulizia in corso è inserita la clausola sociale a tutela dei diritti dei lavoratori e tutte le gare di assegnazione dei servizi di pulizia prevedono come criterio di aggiudicazione quello dell’ offerta economicamente più vantaggiosa, non del massimo ribasso», hanno fatto sapere in una nota le Ferrovie, diffidando chiunque diffonda notizie diverse. Nessun disagio per la circolazione, i manifestanti non hanno occupato i binari e non hanno creato ritardi alla circolazione ferroviaria. Ma ieri, in ogni caso, i vagoni sono rimasti da pulire. «Eravamo pronti ad attaccare sui convogli delle locandine per spiegare le ragioni della mancata pulizia – hanno spiegato da Trenitalia – ma a dire il vero non ce n’ è stato bisogno, visto che in nessun treno si sono verificate situazioni di sporcizia particolarmente gravi». Resta il punto, però, degli appalti. Trenitalia ha in corso gare europee d’ appalto dei servizi di pulizia del complesso ferroviario, treni e stazioni. «Le aziende Fise e Ancp, del consorzio delle cooperative – spiega Mimmo Gammone della Filt-Cgil torinese – hanno già minacciato un taglio del 20 per cento del personale. Tutto questo perché Trenitalia vuole fare entrare aziende esterne per abbassare i costi». Sul tema è intervenuto anche Enzo Lavolta, consigliere comunale del Pd, che ha presentato un ordine del giorno in Sala Rossa: «è molto grave che Ferrovie dello Stato abbia omesso la clausola di salvaguardia e ancora più grave che in questo periodo a più di 180 lavoratori a Torino, 400 in Piemonte, non venga garantito il posto di lavoro. Preoccupa anche che il bando comprima i tempi di lavorazione, non favorendo il miglioramento delle condizioni di pulizia dei treni». (f. cr.)
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