La Rai torinese e’ forse uno dei luoghi piu’ stressanti dove lavorare. Non passa stagione senza un allarme per qualche ridimensionamento di personale o trasferimento di attivita’ in altre regioni o, magari, citta’ piu’ vicine al cuore romano dell’azienda. Ora la preoccupazione si proietta sui dipendenti e le attivita’ Ict del centro di ricerca di corso Giambone, l’ufficio abbonamenti e la sezione amministrazione e finanza di via Cernaia. Malcontati, sono complessivamente 350 posti di lavoro (tutta la Rai torinese da’ lavoro a un migliaio di persone) e un bilancio milionario per l’Ict con ricadute importanti per il territorio come, ad asempio, il denaro che fa transitare sulle banche piemontesi la gestione dei 16 milioni di abbonati italiani, quelli che in questi giorni vediamo in tv ricevere in casa Pippo Baudo o Simona Ventura che li invitano a rinnovare il contratto di fedelta’ a Mamma Rai. I rappresentanti sindacali della Rai di corso Giambone e via Cernaia (il centro di produzione e l’orchestra hanno proprie rsu) si sono presentati davanti alla Commissione Lavoro del Comune, quella presieduta da ENZO LAVOLTA (Pd), per denunciare che l’azienda, oltre a latitare rispetto a impegni presi ormai da un paio d’anni con il Comune stesso, ha incaricato la «Kpmg», societa’ specializzata in riorganizzazioni aziendali, di studiare la possibilita’ di esternalizzare appunto le attivita’ Ict, abbonamenti e amministrazione e finanza. «Esternalizzare significa una sola cosa, la cessione di quei rami d’azienda da parte della Rai» hanno denunciato i sindacalisti Eros Temponi, Giovanni Tessuto, Mario Rossello, Pietro Bonelli e Paola Ghio. Ma perche’ rivolgersi a Palazzo Civico? «Perche’ abbiamo chiesto al direttore generale, Masi, di riceverci per chiarire le intenzioni dell’azienda, ma nessuno fino ad oggi ci ha risposto. Le ricadute sul territorio, e quindi sulla citta’, di ogni ridimensionamento dell’azienda, sono pesanti. Chiediamo al Comune di appoggiare la nostra battaglia». Detto e fatto, una mozione con la quale il consiglio comunale chiede alla Rai di aprire «un tavolo per discutere le prospettive della Rai torinese» e’ stato presentato dallo stesso LAVOLTA, da Monica Cerutti (Sinistra e liberta’), Salvatore Cutuli e Domenica Genisio del Pd, ai quali si sono immediatamente accodati Petrarulo dell’Idv, Ferrante di Rifondazione e, soprattutto, il leghista Mario Carossa: «Concordo in toto con la proposta di convocare la dirigenza Rai per conoscere i piani dell’azienda. Dobbiamo evitare che Torino venga penalizzata». Un concetto bipartisan, condiviso anche da Monica Cerutti e Petrarulo. Il presidente LAVOLTA ha cosi’ dato disposizioni affinche’ la mozione venga gia’ discussa oggi dalla conferenza dei capigruppo, la qual cosa permettera’ di portare il documento lunedi’ in Sala Rossa per il dibattito e, visto lo schieramento che lo sostiene, l’approvazione.

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