03 aprile 2011 — pagina 7 sezione: TORINO
LE PAROLE d’ ordine di Piero Fassino sono «coesione sociale» e «cooperazione», non solo per mettere a punto il programma della coalizione di centrosinistra, ma come metodo di governo della città. «Se verrò eletto sindaco – spiega Fassino – dal giorno dopo mi metterò a lavorare su un piano strategico per Torino e per l’ intera area metropolitana: un working in progress perché la città deve individuare la sua politica del futuro in modo condiviso. Un patto sociale per lo sviluppo, vera sfida di una politica amministrativa a costo zero». Per presentare le linee guida del programma, coordinato da Andrea Giorgis ed Enzo Lavolta, Fassino ha organizzato una mattinata di lavoro a più voci al Teatro Ragazzi. Un modo per intensificare i rapporti, in qualche caso ricucire, con diversi pezzi della città. È la scelta del luogo non è stata casuale. «Nell’ infanzia Torino ha investito molto e l’ obiettivo è di trasformare la scuola per l’ infanzia in un servizio universale, alzando l’ offerta – ha spiegato il candidato sindaco – anche sull’ adolescenza, una delle parti piùa rischio della società: bisogna raggiungere lo stesso livello. Girando per i quartieri in questi mesi che esistono più strutture per gli anziani che per i giovani. Bisogna invertire questa tendenza». Poi la famiglia. Fassino prende ad esempio il modello Parma, doveè stato introdotto il “quoziente familiare”: un sistema per rivedere le tariffe di accesso agli asili, alle mense e ai servizi di assistenza non più soltanto in base all’ Isee, ma a seconda del numero di figli a carico, della presenza di anziani, disabili e delle situazione occupazionale. «Un modello concreto di aiuto», dice l’ ultimo segretario dei Ds. Rilancia l’ idea di una «banca del tempo civica» per permettere alle persone, in testa gli anziani, di mettere «a disposizione degli altri e della collettività esperienze e capacità». Altro punto importante sono le grandi trasformazioni urbane. Una strada che Fassino vuole proseguire. «Rimangono ancora 4 milioni di metri quadri da riqualificare, un grande volano economico per una Torino che immaginiamo come un grande hub del lavoro intelligente». Il candidato del centrosinistra indica come sfida l’ interramento della ferrovia sull’ asse di Porta Nuova, un altro pezzo del Passante e una nuova Spina, e poi la tangenziale Est, «perché è necessario decongestionare l’ asse di corso Moncalieri e corso Casale, una delle zone più inquinate della città». Lo scopo è migliorare la qualità urbana e della vita dei torinesi: filone in cui si inserisce la discussione sulla «pedonalizzazione di ampie fette del centro» e la riduzione delle differenze con le periferie: «Oltre al centro che conosciamo immaginiamo una Torino con altri quattro “centri” al Nord, Sud, Est e Ovest». Aree che diventeranno poli culturali della città. E poi cogliere tutte le opportunità possibili legati ai grandi eventi, vicini e lontani: «Nei prossimi giorni incontrerò il direttore di Expo 2015 per verificare quale può essere il ruolo della città». L’ ex ministro, che oggi alla Gam incontra l’ associazione “Rosso Ideale” guidata dall’ assessore al Bilancio Gianguido Passoni, non nasconde le difficoltà di bilancio: «Costruiamo con le fondazioni bancarie un patto strategico per mettere a disposizione di Torino altre risorse, incanalando su iniziative e progetti i fondi privati». – DIEGO LONGHIN
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